Massimo de Carlo

Eva Marisaldi | Andrea Zittel | Jason Dodge

13 Feb - 13 Mar 2007

EVA MARISALDI
"Services"

Eva Marisaldi presenta in occasione della sua personale presso la Galleria Massimo De Carlo una serie di disegni realizzati con la tecnica dello spray su tela e due sculture (figure modellate da Enrico Maria Serotti con programmi di modellazione tridimensionale con la collaborazione di Andrea Gnudi). L'attenzione dell'artista è focalizzata sui temi della quotidianità, indagando nuove possibilità di approccio alla realtà sociale e all'ambiente.
Le sculture poste al centro della sala illustrano due servizi avanzati per la persona immaginati dall'artista: la guardia della mente (mind guard) ed il soccorso acustico (acoustic rescue). Attraverso questi lavori, l'artista indaga le dinamiche delle relazioni interpersonali tra i diversi attori di un episodio.
Nei servizi avanzati le persone coinvolte sono poche, spesso distanti. Mind guard è un servizio pensato come un corrispettivo psichico della guardia del corpo. Il suo agire è dato dal creare perturbazioni nella vita di colui che ne richiede i servizi, una sorta di riformulazione/rieducazione delle sue abitudini. In questo caso si è manifestato riposizionando il mobilio e i libri all'interno di una stanza (le due figure rappresentate sono proprietario e mind guard).
Acoustic rescue è il servizio di soccorso acustico. In un cantiere due operai con martelli pneumatici vengono affiancati da quattro percussionisti. Attraverso questo servizio non è eliminato il problema dell'inquinamento acustico, ma tramite il gruppo di musicisti il disturbo sonoro si trasforma in un suono sostenibile.
I disegni realizzati con la tecnica della vernice spray su una tela dal pallido color verde riproducono inquadrature di documentari sullo shipbreaking; molti individui - denominati appunto shipbreaker (letteralmente "rompibarche") - decostruiscono/fanno a pezzi i relitti di vecchie ed enormi imbarcazioni militari e commerciali fatte spiaggiare in Bangladesh, India e Cina con lo scopo di recuperarne l'acciaio. Quasi sempre esse contengono sostanze tossiche e pericolose, come amianto, mercurio, piombo. Nei disegni dell'artista le rappresentazioni di questi grandi volumi sono resti, scheletri delle navi, rovine nel fango dove a volte intravediamo presenze.
Eva Marisaldi è nata a Bologna nel 1966, dove vive e lavora. Ha partecipato a numerose mostre in Italia e all'estero, tra cui: P.S.1 di New York (1994); Manifesta I (Rotterdam, 1996); Castello di Rivoli (1997); Palazzo delle Papesse di Siena (1998), Centro per le Arti Contemporanee di Roma (2000); GAM di Torino (2002); MAMCO di Ginevra nel 2003 e nel 2004; alla Biennale di Venezia nel 1993 e nel 2001. Nell'ultimo anno ha esposto in prestigiose istituzioni quali il Festival del Cinema italiano di Annency, ad Art Basel Miami Beach nella sezione Art Positions, al Museo Cantonale d'Arte di Lugano per la mostra L'immagine del vuoto.

ANDREA ZITTEL
"A-Z Advanced Technologies"

Terza mostra personale di Andrea Zittel alla Galleria Massimo De Carlo. La Galleria è onorata di ospitare ancora un'importante mostra dell'artista statunitense, in continuità con i suoi recenti impegni espositivi tenutisi al Contemporary Art Museum di Houston, al New Museum of Contemporary Art di New York e all'Albright Knox Museum di Buffalo, New York.
Per questa tappa milanese Andrea Zittel ha realizzato appositamente una serie di lavori facenti capo a svariate tecniche, si tratta di gouaches, oggetti, vestiti, mobili riguardanti tutti il macro progetto da lei stesso intitolato "Advanced Technologies": opere volte ad agevolare, più che controllare, le attività quotidiane. Questi oggetti sono concepiti per limitare al massimo i danni dell'usura. Anche la scelta dei materiali è per Andrea Zittel un meccanismo di riflessione sul mondo che ci circonda: ogni materia, infatti, impone un ruolo all'oggetto realizzato e attraverso il suo studio se ne possono indagare più a fondo le caratteristiche e le funzioni.
In questi anni Andrea Zittel ha realizzato un repertorio di mobili, unità abitative, capi di abbigliamento e oggetti d'uso comune ispirati alla produzione di massa del mondo contemporaneo e alla crescente domanda di prodotti realizzati su misura. Inoltre ha progettato strutture integrate provviste di spazi per vivere, mangiare e dormire che permettono di svolgere attività diverse rimanendo a letto - e ancora una combinazione di contenitori, sedie flessibili e superfici su cui dormire - tutto questo nel tentativo di ricostruire l'universo riorganizzando la nostra vita quotidiana.
Come in un lavoro all'uncinetto, Andrea Zittel compone i suoi oggetti partendo da una singola unità, un piccolo punto dal quale, attraverso una struttura a rete, si accrescono opere che sono sospese fra memoria e futuro, fra tradizione artigiana e innovazione tecnologica.
Andrea Zittel è nata ad Escondido, California nel 1965, vive e lavora a Joshua Tree. La principale retrospettiva dell'artista, Critical Space a cura di Sissy and Denny Kempner, è stata esposta al Contemporary Art Museum di Houston, al New Museum di New York e all'Albright Knox a Buffalo NY. Il 4 marzo la mostra farà tappa al Museum of Contemporary Art di Los Angeles. Tra le principali collettive ricordiamo nel 2006 LESS Strategie alternative dell'abitare, a cura di Gabi Scardi presso il PAC Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano e la mostra itinerante Green: Toward a Sustainable Art, a cura di Stephanie Smith, che è stata esposta al Museum of Arts & Design, New York. Nel 2004 ha partecipato alla Whitney Biennial presso il Whitney Museum of American Art di New York.

JASON DODGE
Group Show curated by Jason Dodge

Per la sua prima mostra in qualità di curatore, Jason Dodge ha scelto come titolo la poesia "Danse Russe" scritta dal poeta americano William Carlos Williams. In questo modo Dodge ha voluto non solo rendere la poesia l'opera centrale della mostra, ma anche esporla al mondo. Jason Dodge ha immaginato un percorso insolito e originale, combinando opere storiche, recenti e inedite con i più differenti oggetti: un polariscopio giocattolo di Bruno Munari che permette di guardare le cose attraverso una lente che fa sembrare i colori fluttuanti, una poesia di Elizabeth Bishop che descrive un'esistenza cambiata leggendo il The National Geographic Magazine (anche la rivista è in mostra) e un tavolo costruito dallo stesso Dodge seguendo le istruzioni di Enzo Mari. Tutte le opere e gli oggetti in mostra si riferiscono ad un'idea precisa: ciò che ognuno vede e che ha il potere di influenzare e cambiare sé stesso diventa parte di sé. Jason Dodge ci fa capire come osservare un'opera, leggere un racconto, essere colpiti da un'immagine è un atto creativo ovvero un atto di creazione. L'atto creativo prende forma quando possediamo ciò che vediamo, leggiamo, ascoltiamo e sentiamo, quando cioè facciamo nostra ogni cosa che ci ha mosso. Dodge immagina di non essere il solo nell'affermare che ci sono momenti, idee, opere, racconti che hanno definito il proprio modo di pensare e percepire il mondo.
"Non ero interessato a scegliere opere che si legassero l'una all'altra ma piuttosto a questa idea centrale. Ciò che ho intenzione di presentare non riguarda il riferirsi a qualcosa o l'appropriarsi a qualcosa ma piuttosto riguarda il fare qualcosa di nuovo".
Jason Dodge
 

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