Group Exhibition
07 Feb - 07 Mar 2006
GELITIN - sala 1
"Strozzi Pappalozzi"
Strozzi Pappolozzi sono bassorilievi in plastilina, ritratti di persone vicine a Gelitin realizzate utilizzando varie tecniche spesso impiegate dai bambini. Ancora una volta ritorna l’ironia buffa di questi giovani artisti, sempre vicini a una giocosità tipicamente fanciullesca non scevra da forti provocazioni visive.
È proprio questa freschezza a caratterizzare i lavori di Gelitin, freschezza che stupisce e, a volte, scandalizza il pubblico, presentando opere che spingono sempre un po’ oltre il nostro senso del limite e del pudore, ma senza mai risultare artificiose e forzate.
La loro spensieratezza è una forza propulsiva e positiva, che spesso riesce a coinvolgere anche il pubblico nei progetti più impensati, come la realizzazione di una scultura di ghiaccio in occasione della Biennale di Mosca, dove quasi 20.000 persone hanno contribuito alla costruzione di un’enorme stalattite composta esclusivamente di urina.
Nuovi ispiratori di un forte senso ludico, essi mantengono vivo un dissenso con la civiltà industriale e consumistica, permeata dalla standardizzazione, pur evitando il ricorso a posizioni contestatarie o sprezzantemente ironiche. Per le loro opere impiegano materiale riciclato, legno, oggetti di recupero, che sapientemente assemblati danno forma a strutture ingegnose e imprevedibili, come l’Otto Volante installato presso la Galleria Massimo De Carlo nel 2004, o Sweatwat, un grande spazio per il divertimento e il relax, allestito presso la Gagosian Gallery di Londra.
Gelitin è formato dagli austriaci Ali, Florian e Wolfgang e dal tedesco Tobias. Vivono e lavorano a Vienna. Nel 2005 hanno partecipato alla prima Biennale di Mosca, alla mostra Dyonisiac presso il Centre Pompidou di Parigi e ad Art Sheffield 05, Spectator 5 a Sheffield. Tra le mostre personali, ricordiamo Hase, l’enorme coniglio rosa di Artesina (CN), Sweatwat alla Gagosian Gallery di Londra, Tantamounter 24/7, presso la Galleria Leo Konig Inc. di New York e la performance Les Innocents. aux pieds sales presso la galleria Emmanuel Perrotin di Parigi.
PAUL CHAN - sala 2
"3rd Light"
Protagoniste della scena di 3rdLight sono le ombre appartenenti a diversi oggetti della vita quotidiana, che irrompono nello spazio fluttuando nell’aria, come a risalire verso il paradiso, su uno sfondo luminoso colorato che percorre le diverse fasi della giornata. Sagome di uccelli e rifiuti attraversano il cielo e nel frattempo, ombre di persone precipitano con una grazia allarmante. Quando la giornata volge al termine le ombre interrompono il loro corso: la luce diventa gialla, poi sfuma nell’arancio e nel rosso del sole al tramonto. Lo schermo diventaì progressivamente un unico campo scuro avvolto nella quiete notturna. Dal buio della notte si fa strada il giorno, con la luce chiara di una nuova alba.
In 3rdLight le ombre e le luci si rifanno agli oggetti presenti sulla scena di uno dei capolavori dell’arte di tutti i tempi: L’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci. Anche il tavolo presente nella sala è un esplicito riferimento all’affresco ed è stato costruito sulla base di accurati calcoli e proporzioni rispetto a quello originale.
Luci e ombre cadono attraverso il tavolo, per poi riversarsi sul pavimento, attraverso una luce che ripropone le finestre dell’affresco. Ma diversamente dall’ Ultima Cena che rappresenta la scena interna, Paul Chan si concentra sull’esterno: é come se il mondo iniziasse a proiettare la sua ombra nella stanza ove sono presenti così tanta speranza e agitazione chiedendoci: “Che cosa rimane dopo l’ Ultima Cena?”
Paul Chan è parte di una nuova generazione di artisti che utilizza una combinazione di diversi media: strumenti digitali, video-proiezioni e disegni. Paul Chan si rifà a valori e fenomeni tradizionali ma, allo stesso tempo, li elabora attraverso tecnologie più avanzate. È questa una nuova modalità di interpretazione del mondo attuale, che non cerca di cancellare totalmente l’eredità artistica precedente ma, al contrario, di reinventarla, con un nuovo linguaggio e una nuova energia creativa.
Paul Chan è nato a Hong Kong nel 1973. Vive e lavora a New York. Nel 2005 ha presentato 1stLight all’Institute of Contemporary Art di Boston e ha partecipato all’ottava Biennale di Lione, a Uncertain States of America presso l’Astrup Fearnley Museum of Modern Art di Oslo, a Greater New York, presso il P.S.1 e a Utopia Station, che ha fatto tappa a Porto Alegre durante il World Social Forum. Nel 2004, in occasione della sua prima personale, ha presentato My Birds...trash...the future presso la Galleria Greene Naftali di New York.
ARMIN LINKE - sala 3
"Tab"
Atmosphere, Displacement, Assembling, Interface, Domesticating the Violence, Envelope, Hypnosys, Out of Place, Out of Time, Out of Size, Economy, Syncronicity, Transfer, Transfert, Experiment, Lab, Interior, Landscape, Ambient, Infrastructure, Flatness, Diffused but not Invisible, Framed, Tecnology, Field Work, Portrait, Still Life, Performance, Stage, Religion, Modernity, Rehearsal, Representation of Power, Modulation, Alienation, Modulation, Surface...
Armin Linke è nato a Milano nel 1966 dove vive e lavora. Da anni la sua ricerca artistica è incentrata sulla formazione di un archivio a crescita progressiva, una sorta di osservazione e catalogazione delle trasformazioni del mondo, dei paesaggi naturali e artificiali, dell’uomo e delle diverse attività umane, della tecnologia, dell’economia, dell’architettura, dei simboli e delle figure che compongono il panorama visivo della contemporaneità cercando di documentare situazioni in cui i confini tra finzione e realtà si assottigliano e diventano invisibili. Ha partecipato a numerose mostre in istituzioni pubbliche e museali tra cui ricordiamo nel 2005 Prospectif Cinéma al Centre Pompidou di Parigi; 2. Guangzhou Triennal; La Dolce Crisi: Fotografia Contemporanea in Italia, Villa Manin Centro d’Arte Contemporanea; InSite_05, Art Practise in Public Domain a Tijuana, San Diego; Dingpolitik allo ZKM Center for Art and Media di Karlsruhe. Nel 2004 Paradiso Inferno, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia; Metamorph - 9. Mostra Internazionale di Architettura, La Biennale di Venezia. Nel 2003 Stazione Utopia in Sogni e Conflitti: La Dittatura dello Spettatore, 50. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia; Territories presso Kunst- Werke di Berlino e il Witte de With Centre of Contemporary Art di Rotterdam; Geography and the Politics of Mobility presso le Generali Foundation di Vienna. Nel 2002, 25. Bienal de Sao Paolo, Cicillo Matarazzo Pavillon, Sao Paolo. Nel 1999 ricordiamo Laboratorium ad Anversa e Cities on the Move presso la Hayward Gallery di Londra, il Louisiana Museum di Humlebaek, il CPAC Musée d’Art Contemporain di Bordeaux e il PS1 di New York. Nel 1998 la 1. Berlin Biennal.
Mostra curata da Paola Clerico
© Galitin
"Strozzi Pappalozzi"
Strozzi Pappolozzi sono bassorilievi in plastilina, ritratti di persone vicine a Gelitin realizzate utilizzando varie tecniche spesso impiegate dai bambini. Ancora una volta ritorna l’ironia buffa di questi giovani artisti, sempre vicini a una giocosità tipicamente fanciullesca non scevra da forti provocazioni visive.
È proprio questa freschezza a caratterizzare i lavori di Gelitin, freschezza che stupisce e, a volte, scandalizza il pubblico, presentando opere che spingono sempre un po’ oltre il nostro senso del limite e del pudore, ma senza mai risultare artificiose e forzate.
La loro spensieratezza è una forza propulsiva e positiva, che spesso riesce a coinvolgere anche il pubblico nei progetti più impensati, come la realizzazione di una scultura di ghiaccio in occasione della Biennale di Mosca, dove quasi 20.000 persone hanno contribuito alla costruzione di un’enorme stalattite composta esclusivamente di urina.
Nuovi ispiratori di un forte senso ludico, essi mantengono vivo un dissenso con la civiltà industriale e consumistica, permeata dalla standardizzazione, pur evitando il ricorso a posizioni contestatarie o sprezzantemente ironiche. Per le loro opere impiegano materiale riciclato, legno, oggetti di recupero, che sapientemente assemblati danno forma a strutture ingegnose e imprevedibili, come l’Otto Volante installato presso la Galleria Massimo De Carlo nel 2004, o Sweatwat, un grande spazio per il divertimento e il relax, allestito presso la Gagosian Gallery di Londra.
Gelitin è formato dagli austriaci Ali, Florian e Wolfgang e dal tedesco Tobias. Vivono e lavorano a Vienna. Nel 2005 hanno partecipato alla prima Biennale di Mosca, alla mostra Dyonisiac presso il Centre Pompidou di Parigi e ad Art Sheffield 05, Spectator 5 a Sheffield. Tra le mostre personali, ricordiamo Hase, l’enorme coniglio rosa di Artesina (CN), Sweatwat alla Gagosian Gallery di Londra, Tantamounter 24/7, presso la Galleria Leo Konig Inc. di New York e la performance Les Innocents. aux pieds sales presso la galleria Emmanuel Perrotin di Parigi.
PAUL CHAN - sala 2
"3rd Light"
Protagoniste della scena di 3rdLight sono le ombre appartenenti a diversi oggetti della vita quotidiana, che irrompono nello spazio fluttuando nell’aria, come a risalire verso il paradiso, su uno sfondo luminoso colorato che percorre le diverse fasi della giornata. Sagome di uccelli e rifiuti attraversano il cielo e nel frattempo, ombre di persone precipitano con una grazia allarmante. Quando la giornata volge al termine le ombre interrompono il loro corso: la luce diventa gialla, poi sfuma nell’arancio e nel rosso del sole al tramonto. Lo schermo diventaì progressivamente un unico campo scuro avvolto nella quiete notturna. Dal buio della notte si fa strada il giorno, con la luce chiara di una nuova alba.
In 3rdLight le ombre e le luci si rifanno agli oggetti presenti sulla scena di uno dei capolavori dell’arte di tutti i tempi: L’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci. Anche il tavolo presente nella sala è un esplicito riferimento all’affresco ed è stato costruito sulla base di accurati calcoli e proporzioni rispetto a quello originale.
Luci e ombre cadono attraverso il tavolo, per poi riversarsi sul pavimento, attraverso una luce che ripropone le finestre dell’affresco. Ma diversamente dall’ Ultima Cena che rappresenta la scena interna, Paul Chan si concentra sull’esterno: é come se il mondo iniziasse a proiettare la sua ombra nella stanza ove sono presenti così tanta speranza e agitazione chiedendoci: “Che cosa rimane dopo l’ Ultima Cena?”
Paul Chan è parte di una nuova generazione di artisti che utilizza una combinazione di diversi media: strumenti digitali, video-proiezioni e disegni. Paul Chan si rifà a valori e fenomeni tradizionali ma, allo stesso tempo, li elabora attraverso tecnologie più avanzate. È questa una nuova modalità di interpretazione del mondo attuale, che non cerca di cancellare totalmente l’eredità artistica precedente ma, al contrario, di reinventarla, con un nuovo linguaggio e una nuova energia creativa.
Paul Chan è nato a Hong Kong nel 1973. Vive e lavora a New York. Nel 2005 ha presentato 1stLight all’Institute of Contemporary Art di Boston e ha partecipato all’ottava Biennale di Lione, a Uncertain States of America presso l’Astrup Fearnley Museum of Modern Art di Oslo, a Greater New York, presso il P.S.1 e a Utopia Station, che ha fatto tappa a Porto Alegre durante il World Social Forum. Nel 2004, in occasione della sua prima personale, ha presentato My Birds...trash...the future presso la Galleria Greene Naftali di New York.
ARMIN LINKE - sala 3
"Tab"
Atmosphere, Displacement, Assembling, Interface, Domesticating the Violence, Envelope, Hypnosys, Out of Place, Out of Time, Out of Size, Economy, Syncronicity, Transfer, Transfert, Experiment, Lab, Interior, Landscape, Ambient, Infrastructure, Flatness, Diffused but not Invisible, Framed, Tecnology, Field Work, Portrait, Still Life, Performance, Stage, Religion, Modernity, Rehearsal, Representation of Power, Modulation, Alienation, Modulation, Surface...
Armin Linke è nato a Milano nel 1966 dove vive e lavora. Da anni la sua ricerca artistica è incentrata sulla formazione di un archivio a crescita progressiva, una sorta di osservazione e catalogazione delle trasformazioni del mondo, dei paesaggi naturali e artificiali, dell’uomo e delle diverse attività umane, della tecnologia, dell’economia, dell’architettura, dei simboli e delle figure che compongono il panorama visivo della contemporaneità cercando di documentare situazioni in cui i confini tra finzione e realtà si assottigliano e diventano invisibili. Ha partecipato a numerose mostre in istituzioni pubbliche e museali tra cui ricordiamo nel 2005 Prospectif Cinéma al Centre Pompidou di Parigi; 2. Guangzhou Triennal; La Dolce Crisi: Fotografia Contemporanea in Italia, Villa Manin Centro d’Arte Contemporanea; InSite_05, Art Practise in Public Domain a Tijuana, San Diego; Dingpolitik allo ZKM Center for Art and Media di Karlsruhe. Nel 2004 Paradiso Inferno, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia; Metamorph - 9. Mostra Internazionale di Architettura, La Biennale di Venezia. Nel 2003 Stazione Utopia in Sogni e Conflitti: La Dittatura dello Spettatore, 50. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia; Territories presso Kunst- Werke di Berlino e il Witte de With Centre of Contemporary Art di Rotterdam; Geography and the Politics of Mobility presso le Generali Foundation di Vienna. Nel 2002, 25. Bienal de Sao Paolo, Cicillo Matarazzo Pavillon, Sao Paolo. Nel 1999 ricordiamo Laboratorium ad Anversa e Cities on the Move presso la Hayward Gallery di Londra, il Louisiana Museum di Humlebaek, il CPAC Musée d’Art Contemporain di Bordeaux e il PS1 di New York. Nel 1998 la 1. Berlin Biennal.
Mostra curata da Paola Clerico
© Galitin