Josh Smith
19 May - 26 Jun 2010
JOSH SMITH
19 maggio 2010 - 26 giugno 2010
La Galleria Massimo De Carlo inaugura la prima personale in Italia di Josh Smith. Il pittore americano, nato in Tennessee (USA) e newyorkese d’adozione, presenta una nuova serie di dipinti, collages e installazioni, tutti realizzati nel 2010, in cui prosegue la sua ricerca sul concetto di autenticità, di pittura, sul ruolo dell’artista, sul significato di opera d’arte e sulle sue possibilità di serializzazione.
Josh Smith espone una selezione di nuovi lavori, che in qualche modo sono rappresentativi del percorso stilistico che l’artista ha intrapreso da oltre 10 anni, raggruppandoli secondo un disegno ben preciso. Partendo dai “name paintings”, in cui il nome Josh Smith, molto diffuso in America, diventa soggetto del dipinto, ai “collages”, dove poster, ritagli di giornali, mappe e fotografie si sovrappongono e si confondono con la pittura, o i “palette paintings”, vere e proprie tavolozze di colore utilizzate per dipingere, quello che si ritrova nelle sue opere è la serialità, la sovrabbondanza di un flusso di coscienza creativa che non si pone limiti, se non fisici. Persino alcuni sgabelli, da cui lo spettatore può godere di punti d’osservazione privilegiata, o la piccola enciclopedia esposta nella sala successiva (un riferimento forse alla casa editrice “38th Street Publishers”, fondata da Smith nel 2008 a New York con il semplice obiettivo di pubblicare libri d’arte di qualità accessibili a tutti), sono ricoperti dalla sua pittura nera e densa.
Questa assoluta libertà d’espressione contraddistingue il lavoro di Josh Smith. Se il pittore “pensa attraverso la pittura”, come sosteneva Paul Cezanne, è chiaro che ci si ritrova davanti ad una moltitudine di lavori, un’iperproduzione che si oppone alla tendenza generale di considerare la qualità di un’opera direttamente proporzionale alla sua rarità. Liberandosi quindi dalle logiche che portano ad una distinzione fra opere maggiori e minori, e rompendo questo sistema con cui si giudica il valore di un artista, Josh Smith offre una nuova, possibile risposta a vecchie problematiche, un’alternativa che focalizza l’attenzione sul processo creativo di un’opera all’interno di una produzione artistica, piuttosto che il suo “essere unico”.
Josh Smith è nato in Tennessee (USA) nel 1976. Vive e lavora a New York. Fra le esposizioni personali più recenti ricordiamo quella presso il Centre d’Art Contemporain di Ginevra (2009) e il MUMOK di Vienna (2008). Ha preso parte alle mostre collettive Fax presso il Drawing Center di New York (2009), Learn to Read Art: A History of Printed Matter al P.S.1 di New York (2009), The Generational: Younger Than Jesus presso il New Museum di New York (2009), Book/Shelf al Museum of Modern Art di New York (2008) e Meet Me Around the Corner-works from the Astrup Fearnley Collection presso l’Astrup Fearnley Museum of Modern Art di Oslo (2008). È in corso la collettiva itinerante Josh Smith & Sophie Van Hellerman che, dal Consortium di Digione nel 2009, è attualmente al Museum Dhondt-Dhaenens di Bruxelles.
19 maggio 2010 - 26 giugno 2010
La Galleria Massimo De Carlo inaugura la prima personale in Italia di Josh Smith. Il pittore americano, nato in Tennessee (USA) e newyorkese d’adozione, presenta una nuova serie di dipinti, collages e installazioni, tutti realizzati nel 2010, in cui prosegue la sua ricerca sul concetto di autenticità, di pittura, sul ruolo dell’artista, sul significato di opera d’arte e sulle sue possibilità di serializzazione.
Josh Smith espone una selezione di nuovi lavori, che in qualche modo sono rappresentativi del percorso stilistico che l’artista ha intrapreso da oltre 10 anni, raggruppandoli secondo un disegno ben preciso. Partendo dai “name paintings”, in cui il nome Josh Smith, molto diffuso in America, diventa soggetto del dipinto, ai “collages”, dove poster, ritagli di giornali, mappe e fotografie si sovrappongono e si confondono con la pittura, o i “palette paintings”, vere e proprie tavolozze di colore utilizzate per dipingere, quello che si ritrova nelle sue opere è la serialità, la sovrabbondanza di un flusso di coscienza creativa che non si pone limiti, se non fisici. Persino alcuni sgabelli, da cui lo spettatore può godere di punti d’osservazione privilegiata, o la piccola enciclopedia esposta nella sala successiva (un riferimento forse alla casa editrice “38th Street Publishers”, fondata da Smith nel 2008 a New York con il semplice obiettivo di pubblicare libri d’arte di qualità accessibili a tutti), sono ricoperti dalla sua pittura nera e densa.
Questa assoluta libertà d’espressione contraddistingue il lavoro di Josh Smith. Se il pittore “pensa attraverso la pittura”, come sosteneva Paul Cezanne, è chiaro che ci si ritrova davanti ad una moltitudine di lavori, un’iperproduzione che si oppone alla tendenza generale di considerare la qualità di un’opera direttamente proporzionale alla sua rarità. Liberandosi quindi dalle logiche che portano ad una distinzione fra opere maggiori e minori, e rompendo questo sistema con cui si giudica il valore di un artista, Josh Smith offre una nuova, possibile risposta a vecchie problematiche, un’alternativa che focalizza l’attenzione sul processo creativo di un’opera all’interno di una produzione artistica, piuttosto che il suo “essere unico”.
Josh Smith è nato in Tennessee (USA) nel 1976. Vive e lavora a New York. Fra le esposizioni personali più recenti ricordiamo quella presso il Centre d’Art Contemporain di Ginevra (2009) e il MUMOK di Vienna (2008). Ha preso parte alle mostre collettive Fax presso il Drawing Center di New York (2009), Learn to Read Art: A History of Printed Matter al P.S.1 di New York (2009), The Generational: Younger Than Jesus presso il New Museum di New York (2009), Book/Shelf al Museum of Modern Art di New York (2008) e Meet Me Around the Corner-works from the Astrup Fearnley Collection presso l’Astrup Fearnley Museum of Modern Art di Oslo (2008). È in corso la collettiva itinerante Josh Smith & Sophie Van Hellerman che, dal Consortium di Digione nel 2009, è attualmente al Museum Dhondt-Dhaenens di Bruxelles.